domenica 31 marzo 2013

IL FUOCO DI PROMETEO




Il mito narra che Prometeo rubò i semi del fuoco divino e li diede agli uomini, dopo che questi ne furono privati per punizione da Zeus. Il quale ulteriormente li punì, inviando loro Pandora, con il famoso vaso che conteneva tutti i mali. Gli uomini riebbero il fuoco, non disgiunto dal male.
D’altra parte, la storia sacra attesta il tentativo di Simon mago di acquisire illecitamente i doni che lo Spirito Santo aveva elargito agli Apostoli e che suscitavano tanta meraviglia tra i pagani. Molti dei quali infatti riconoscendo l’opera divina in quegli uomini così modesti si lasciavano attrarre dalla dottrina da essi predicata, convertendosi a Cristo. Simon mago venne duramente riprovato da San Pietro perché cercò di acquistare con denaro i doni dello Spirito Santo (At 8, 9). Il suo peccato nei secoli divenne simbolo del tentativo di acquisizione illecita dei doni di grazia.
La ricerca gnostica dell’acquisizione della salvezza mediante una conoscenza slacciata dal rapporto amorevole con Dio riproduce nel tempo la biblica trasgressione dell’uomo circa il frutto della pianta del bene e del male (Gn 3). Riecheggiò nella storia il tentativo illecito dell’uomo di risalire fino a Dio.
I popoli arcaici videro nel sole il dio terreno datore di vita e benessere. Essi riuscirono a produrre ed utilizzare il fuoco che dall’astro discendeva in senso profano e sacro. Per riscaldarsi, nutrirsi, difendersi dalle avversità climatiche e dalle bestie selvatiche. E poiché segno del sole, tenuto acceso sull’altare ove venivano offerti sacrifici propiziatori.
Da sempre il fuoco è elemento di potere, forza ed energia immanente. Il sole trasmette il suo calore. La terra lo immagazzina in forma di energia come residuo dei combustibili fossili, carbone, petrolio, gas metano. Come variazione di pressione, formazione di nuvole e del vento. Come irraggiamento solare che consente la vita biologica.
La natura è movimento, diceva Aristotele. Ed il movimento è energia, afferma la fisica. Natura ed energia rappresentano dunque come due categorie collegate. Due facce diverse di una stessa “entità”. La potenza che si trasforma in atto. Per San Tommaso: l’Essere che si trasmette per partecipazione dando luogo agli enti naturali e spirituali. Per gli esoteristi invece: indefinita “energia”, anche intesa come anima mundi, ossia una sorta di Spirito divino.
Ad esempio, Guglielmo di Conches, scriveva che: “L’Anima del mondo è una energia naturale in base alla quale alcune di esse possono muoversi, altre crescere, altre sentire, altre discernere”. Per poi affermare: “Ma ci si chiede cosa sia quell’energia. Ma, a me sembra, quell’energia naturale è lo Spirito Santo, ossia una divina e benigna armonia che è ciò da cui tutte le cose hanno l’essere, il muoversi, il crescere, il sentire, il vivere, il giudicare”.
Gli ermetisti di ogni epoca sostengono l’esistenza di uno spirito sottilissimo, creatore e rettore del mondo, presente nel grande corpo vivente della natura. La ricerca di questo spirito universale ed il suo sfruttamento rappresenta il fine primario delle ricerche alchemiche. La ricerca della pietra filosofale. La realizzazione della “grande opera”. L’utopia del paradiso in terra.
Da un centinaio d’anni il mitico fuoco-energia, venerato nelle forme arcaiche di Baal, Horus-Helios e dai pitagorici posto al centro del mondo, è stato rinvenuto all’interno della materia, in forma di energia nucleare. Ne esplicita il valore, la famosa formula di equivalenza di Einstein, E = mc2.
La nostra epoca differisce da quelle del passato essenzialmente perché ha imparato ad individuare, accumulare e sfruttare il fuoco-energia contenuto nei corpi materiali. Il mito prometeico ha preso consistenza nell’attuale società, all’interno della quale sembrano essersi realizzati i sogni ed i proclami di quanti avviarono la rivoluzione esoterica negli anni rinascimentali. Insieme all’apertura del vaso di Pandora.
I risultati della scienza moderna hanno dunque radici arcaiche. Ermetisti, alchimisti, maghi-scienziati tutti si impegnarono nella ricerca dei segreti della natura e del loro sfruttamento. La manipolazione dell’etere, inteso come campo energetico di elevata potenza circolante in tutto l’universo. Essenza dell’anima mundi, fattore che animerebbe ogni cosa e l’organismo interno del cosmo, inteso come essere vivente, sostenevano gli esoteristi rinascimentali, mantenendo vivo il fuoco sul quale ribollivano gli atanor interiori.
«Come il metallo vile viene fatto morire nel crogiolo perché possa rinascere purificato come metallo perfetto e immortale (l’oro), così l’alchimista (su un diverso piano) persegue un processo di morte e purificazione spirituali per riconquistare la perfezione dell’uomo edenico», (A. De Pascalis, Il Parmigianino e l’alchimia, sito Airesis).

La pretesa trasformazione del metallo in oro, simbolo dell’emancipazione interiore dell’alchimista, è funzione del fuoco che crea fermento nel crogiolo. Quest’energia fisica rispecchia quella interiore. Come gli alchimisti trasformavano il proprio io manipolando gli elementi, dominando e dosando l’energia che serviva alla fusione dei metalli, così la trasformazione dell’energia contenuta della materia, l’evoluzione della tecnica, ha prodotto l’emancipazione dell’uomo e della nostra società rispetto a quella del passato.
Non è avvenuto soltanto quanto scritto da I. P. Coleanu. Ossia che «L’elettricità, i mezzi di trasporto veloci, la radio e la televisione, l’aereo e il computer sono state la realizzazione delle promesse che per prima la magia aveva formulato e che rientravano nell’arsenale dei procedimenti soprannaturali del mago, come produrre la luce, spostarsi istantaneamente nello spazio, comunicare con lontane regioni dello spazio, volare nell’aria e disporre di una memoria infallibile. La tecnologia si può ben dirlo è una magia democratica che permette a tutti di godere delle facoltà straordinarie di cui si vantava il mago» (I. P. Culianu, Eros e magia nel rinascimento, Boringhieri, Torino 2006, p.163).
È avvenuto di più. La tecnologia infatti ha agito sulle anime di tutti come il fuoco agiva sugli alchimisti, trasformando il metallo grezzo della loro anima in “altro”. L’uomo profano in vagheggiato uomo prometeico. Questo perché la scoperta ed utilizzazione dell’energia fisica, ha risvegliato e scoperto l’energia psichica-erotica. La quale ha guidato la ricerca scientifica, proprio per giungere attraverso di essa alla trasformazione dell’uomo religioso in preteso uomo edenico. La società umana ha quindi optato per i doni della tecnica, adombrando quelli dello Spirito Santo derivanti dalla vita interiore rappotata a Dio. Salvo taluni, tutti sono divenuti come elettrico-dipendenti, uomini tecnologici più che religiosi.
L’energia psichica ha individuato l’energia fisica, la “ragione” l’ha estratta ed utilizzata tecnologicamente, imitando i poteri dell’anima. La televisione richiama la chiaroveggenza, il computer potere della memoria e la fantasia, il telefono la telepatia, le automobili la telecinesi i viaggi astrali, ecc.
Il fuoco prometeico, la mela dell’antico serpente, propone dunque una falsa copia dei doni dello Spirito Santo. L’energia luciferina, tanto proclamata dalla Blavatzkj, come materializzandosi viene gestita da un potere surrettizio che se ne è impossessata per guidare e fondere come metalli le masse, per condizionarle, manipolarle in funzione dei bisogni collegati alle offerte del “mito tecnologico”.
Il fuoco prometeico, l’oro astrale, che il sole trasmette insieme alla sua luce visibile costituisce quell’energia che permea tutto l’universo, è ormai divenuto parte stessa di noi. Tutto infatti «ne è penetrato nella distesa dei cieli sulla terra e nelle sue viscere. Noi respiriamo continuamente questo oro astrale, queste particelle solari penetrano nei nostri corpi e ne esalano senza posa» (L. de Saint-Didier, Le Trionphe Hermetique, Paris 1971, p. 164).
Slacciato da se stesso, posto in uno stato di coscienza superficiale dal turbinio di prodotti tecnologici, perennemente immerso in un moto che non si risolve, creando bisogni su bisogni, corse su corse, l’uomo è insomma vittima dell’estrazione e sfruttamento deviato dello “spirito della natura”, o spirito solare.
La Grande Opera, la liberazione di Heros, perseguita dalla ricerca alchemica di ogni tempo è infatti giunta alla dimensione pubblica. Il fuoco prometeico, l’energia primordiale contenuta all’interno della materia, la stella fiammeggiante ha risvegliato di riflesso quella sepolta nelle profondità dell’uomo, nelle sue strutture più istintive ed animalesche.
Lo spirito ribelle, il Lucifero-energia della Blavatzkj, slacciando la ragione dalla fede, ribaltandone il rapporto di armonia e coesione, è fuoriuscito dal vaso di Pandora, ha divelto la copertura ermetica ed è semplicemente debordato nel cuore degli uomini. Così Heros, potenza cosmica, psichica e fisica, ha mosso le trame della rivoluzione esoterica ed erotica che ha sovvertito i valori classici della morale e dell’etica all’interno dell’individuo e della società.
Si è così definita un’entropia sociale ed individuale sempre in crescita verso stati di confusione maggiore, alimentata dall’amor sui, dall’eros individuale e sociale, dal fuoco interiore inteso come riflesso di quello erotico-solare. Fuoco che consuma e brucia in ierogamie perverse gran parte dell’umanità, inconsapevole di alimentare lo stesso fuoco che la disgrega giorno per giorno.
Tutto questo, in pena dell’aver trascurato Cristo, vero Fuoco, che arde e non consuma il roveto delle nostre anime contorte. Fuoco che purifica dai riflessi erotici e depravati dell’amore carnale, il quale si estende come luce benefica verso tutti, trascendendo il sé, riflettendo i doni che discendono dall’inesauribile Sorgente.
A tale Fonte d’Amore, che infiamma chi si accosta, la preghiera riparatrice di Santa Margherita Alacoque: «Mio Dio Ti offro l’amatissimo tuo Figlio in ringraziamento dei benefici che ricevo da Te. Te l’offro al posto di ogni mia domanda, di ogni mia offerta e adorazione, al posto di tutti i miei propositi. Te l’offro infine come mio Amore e mio Tutto. Ricevi in Lui, Padre, tutto ciò che da me desideri, perché non ho altri da offrirti che sia degno di Te, se non Colui che mi dà tanta gioia e tanto amore».