martedì 11 febbraio 2020

IL "QUARTO REGNO"





Nel corso delle sue visioni notturne, il profeta Daniele vide comparire, sull’ultima delle quattro bestie, in mezzo a dieci corna: «un corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte». Il profeta precisa che: «quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che parlava con alterigia» (Dan 7-12). Sotto ispirazione, Daniele spiega ancora che la quarta bestia, con il suo ultimo corno, «significa che ci sarà sulla terra un quarto regno diverso da tutti gli altri e divorerà la terra, la stritolerà e la calpesterà» (Dan 7, 8 e 13).
Questa potenza terribile, scaturita dalla quarta bestia, che non risparmia niente e nessuno, ma che stritola e calpesta il mondo, sembra riferirsi all’ombrosa confraternita della framassoneria. Il cui avvento ufficiale innescò un travaglio storico, che provocò effettivamente il deterioramento sia dell’Impero che della Chiesa. Processo che, peraltro, sembra essere giunto allo stadio finale, manifestato dal disfacimento delle identità nazionali e sociali, in vista del terribile nuovo ordine mondiale, vaticinato e propiziato simbolicamente dagli esoteristi rinascimentali, tra i quali Tommaso Campanella, nel suo libello, La città del Sole.
Sappiamo che, pur esistendo da secoli come società di costruttori di edifici sacri, in possesso di notevoli conoscenze architettoniche, operante in sintonia con le gerarchie sacerdotali, da un certo punto in poi la Libera Muratoria si trasformò, in senso esoterico ed occultistico. Questa mutazione si determinò in modo formale, a cavallo del 1600 e 1700, in Inghilterra, come raccontano le cronache massoniche. Più che dei principi tecnici tipici del mestiere, la Libera Muratoria iniziò ad occuparsi dell’istruzione e della formazione delle anime, secondo protocolli iniziatici, rifacentesi al classicismo ed alla ritualità pagana, indirizzati sostanzialmente contro il “papismo” romano.
Dopo la rivoluzione del 1688, con la conseguente espulsione dei filocattolici Stuart, superato il contrasto interno tra massoni Ancients e Moderns, del 1717, la rinata massoneria inglese ha investito i suoi membri di un compito particolare. Quello del solve et coagula, ossia la trasformazione del vigente stato delle cose, in vista della realizzazione delle utopie massoniche. I suoi adepti si impegnarono quindi: «a lottare, in concreto e secondo le possibilità di ciascuno, perché la loro fede nella trasformazione diventi una reale possibilità per la vita civile e politica»[1], nonché quella religiosa.
Per la realizzazione di tale processo, finalizzato al mutamento delle coscienze ed all’emancipazione dal dogmatismo religioso, vennero utilizzati anche tecniche e ritualismi connessi alla dimensione magica, riscoperti e rilanciati dagli esoteristi in epoca rinascimentale. Periodo nel quale venne avviata una notevole: «produzione dei grimori [scritti di carattere magico, ndr] che continuerà fino al 1800»[2]. Il luogo dove scaturì la scoperta, l’investigazione e la rivalutazione dell’antica ritualità magica, come abbiamo più volte affermato è il suolo italico, sul quale già Pitagora aveva imposto il suo oscuro sigillo, in epoca precristiana. Per tale ragione, la Libera Muratoria, essendo la matrice iniziatica che contiene al suo interno le tradizioni precedenti, rivendica: «la propria tradizione gnostica ed ermetica, in continuità con l’Iniziato Lorenzo De’ Medici “che ha illuminato da Firenze tutta l’Europa”, con relazioni ufficiali che – come ricostruzioni storiche – sono sostanzialmente esatte»[3].

Stando alle pubbliche cronache, come abbiamo accennato, nel 1717, dopo un aspro conflitto fra i cosiddetti Ancients e Moderns, ossia i massoni legati alla tradizione e quelli di stampo razionalistico, la Libera Muratoria divenne operante a livello politico, soprattutto nella sua azione diretta contro la Chiesa. Lo storico della massoneria, Jean Barles, avvalorando questa tesi, afferma che fu proprio un fedelissimo discepolo del grande Newton, Jean Théophile Désaguliers, protestante, di origine francese, «a sopprimere l’invocazione compagnonica rivolta a Dio ed ai santi, espressione che troppo ricordava la Chiesa cattolica romana. Introdusse invece l’invocazione al Grande Architetto dell’Universo, equivalente del medioevale Grande Orologiaio del Mondo»[4]. Entità indeterminata, nella quale ogni affiliato può riconoscervi il Dio della propria fede, o intenderla semplicemente come principio impersonale trascendente.
In seguito a questa metamorfosi strutturale, tale confraternita intensificò la sua offensiva finalizzata «alla conquista del Clero cattolico, che doveva raggiungere i suoi massimi risultati alla vigilia della Rivoluzione francese e che, con la formazione di logge esclusivamente composte di ecclesiastici, sta a significare come la mistica e la prassi della massoneria non ripugnassero minimamente ad illuminate coscienze di sacerdoti cattolici»[5].
L’attuazione di tale disegno, si manifestò nel 1782, quando a pochi anni dall’inizio della rivoluzione francese, il nobile cardinale di Santa Romana Chiesa, Luigi Renato Edoardo di Rohan, già membro della massoneria di Rito Egizio, fondò il massonico Ordine della Città Santa[6]. A tale riguardo, è da rilevare un corposo elenco, composto di una sessantina di pagine, di preti ed ecclesiastici affiliati alla Massoneria nel corso del 18 secolo[7]. Questa ampia e miserevole adesione di religiosi e sacerdoti ai fumosi proclami cosmopoliti e filantropici della Libera Muratoria, attuatasi con la trasformazione ed apertura delle logge operata da Désaguliers, sotto la probabile spinta del suo illustre mentore scienziato, non poteva che indurre la Curia Romana ed i Pontefici ad intervenire in prima persona, denunciando il pericolo derivante dalla strategia occulta messa in atto da tale associazione segreta, avvolta da misteriosa, quanto dissimulata, sinistra fama[8]. Nel periodo successivo, si sviluppò, all’ombra dei moti carbonari, quel progetto così allarmante ai nostri occhi, di giungere all’elezione di un Papa in consonanza con gli ideali massonici, per corrompere la Chiesa Romana dall’interno, in modo surrettizio, manipolando la buona fede dei credenti[9].  
  La realizzazione di tale proclama luciferino sembra riflettersi nell’inquietante fatto che, le ripetute ed allarmanti condanne dei Pontefici Romani, nei confronti delle sette esoteriche, al giorno d’oggi sono completamente scomparse dalle cronache pastorali, come se non avessero alcun valore e si riferissero ad ombre dissolte di un passato definitivamente tramontato. Esse sono state radicalmente espunte, e come ritrattate, soprattutto da quelle stesse gerarchie che un tempo le hanno emesse, caritatevolmente preoccupate della metamorfosi sociale, etica e religiosa anticristiana, che stava allontanando il popolo e la società intera dalla sola Via di salvezza, che è Cristo stesso. In virtù di tale silenzio, le Logge, regolari o deviate, si sono sentite sempre più libere di agire a più livelli, godendo della copertura dei mass media e soprattutto, come dicevamo, senza alcuna presa di posizione contraria e significativa degli esponenti più in vista della vittima sacrificata, la Chiesa Cattolica.
La confraternita massonica, non più citata nelle omelie, se non in sporadici casi, peraltro subito biasimati dagli organi di stampa, non esclusi quelli un tempo cattolici, è riuscita a mettere in atto quello che Baudelaire definì come il grande trucco del diavolo, il far credere di non esistere, il rendersi invisibili, manovrando dietro le quinte della storia. Ma non solo dietro le quinte della storia. Quanto all’interno delle persone, infiltrandosi nell’intelligenza e nella ragione. Anche attraverso i proclami scientisti, che erroneamente declamano la corrispondenza tra il progresso tecnologico e scientifico con quello personale e sociale.

La tesi che la scienza moderna affondi le proprie radici in ambito iniziatico, divenendo un potente mezzo di penetrazione, lavaggio e controllo delle coscienze, è dimostrata dalle sue stesse origini, scaturite dalla società segreta denominata Collegio degli Invisibili, sottilmente connessa al movimento rosacrociano disseminato nei centri nevralgici europei. Tale setta, inizialmente, organizzava riunioni segrete tra i suoi illustri appartenenti. Ma in pochi anni cambiò strategia e venne allo scoperto, dissimulando il suo interesse per la tradizione e le pratiche iniziatiche. Assunse così la denominazione di Gresham’s College. Dal quale, nel 1660, sotto il patrocinio di Carlo III, nacque la prestigiosa Royal Society.
Jean Barles, sostiene che anche Isaac Newton partecipasse ai lavori, sia del Collegio degli Invisibili, che a quelli del Gresham’s College. Egli inoltre asserisce che Newton: «iniziato di buon’ora alla Massoneria, e che con altri membri della Royal Society, di cui divenne il membro più illustre e poi il presidente, prendesse parte alla fondazione della Gran Loggia nel 1717»[10]. Quest’affermazione è una conseguenza del fatto che furono i massoni ad istituire tale accademia, dal momento che «in pratica, i primi appartenenti alla Royal Society erano tutti massoni»[11]. È assai sorprendente che Barles affermi quanto nessun altro abbia mai dichiarato. Ossia, l’appartenenza di Isaac Newton alla massoneria. Evidentemente, doveva aver preso visione di documenti che altri hanno pensato bene di mantenere coperti.
Newton massone, nonché spregiudicato alchimista ed indagatore dei segreti più reconditi e scabrosi della natura, come da più parti riferito, è un’immagine che getta notevoli ombre anche sulla sua decantata interpretazione scientifica del mondo, di cui tutti noi siamo impregnati. Fino a che punto infatti la fisica newtoniana può essere esente dalle contaminazioni ideologiche connesse all’iniziazione massonica del suo illustre autore? Cosa si cela dietro l’apparente asettico linguaggio analitico da lui utilizzato? E cosa si trasmette in noi, che abbiamo assorbito passivamente, durante la formazione scolastica, i frutti della sua immaginazione scientifica, della sua razionalizzazione e desacralizzazione del mondo, alterata dalle sue credenze iniziatiche e dalle sue pratiche occulte, testimoniate dai suoi scritti segreti, ancora non divulgati[12]? Attraverso l’indottrinamento scientifico, questo ambiguo personaggio, al tempo stesso genio e “grande condottiero dell’ateismo”[13], può essere divenuto un potente “patrono” occulto del controllo scientista e mentale a cui tutti noi siamo soggetti?
Di certo, pensare che la fisica newtoniana traduca in scienza essoterica i principi massonici esoterici, può sembrare un azzardo, per chi non riconosce la stretta relazione esistente fra massoneria e pitagorismo, dichiarata invece con decisione dal matematico massone Arturo Righini. Il quale, perentoriamente, affermava che: «L’Ordine massonico è la stessa cosa, assolutamente la stessa cosa dell’Ordine Pitagorico»[14]. Resta il fatto che la scienza newtoniana, dopo aver “calpestato” e “triturato” la sacralità del mondo, fornendone un’algida immagine razionale, alterata dall’ideologia dell’Autore, ha tolto ogni dubbio, ed ogni capacità di indagine alternativa, circa la spiegazione della realtà. Essa ha così inserito nelle nostre menti i suoi fantasmi immaginativi, i suoi precostituiti modelli mentali, il suo “eros” cognoscitivo slacciato dall’ordine trascendente.
Non dimentichiamo, per amor del vero, che le grandi cattedrali medievali, i castelli, i ponti, gli acquedotti romani etc., che ancora oggi suscitano ammirazione, sono stati costruiti, non grazie ai principi della statica newtoniana, ma secondo le leggi della bistrattata fisica aristotelica. Anche quest’ultima aveva forti basi razionali e scientifiche, dimostrate appunto dall’urbanistica, dall’edilizia, dagli splendidi equilibri e suggestioni realizzati all’interno di chiese, cittadelle e cattedrali che, come le antiche piramidi, stanno sfidando i tempi e le moderne tecnologie ed architetture.

L’avvento della scienza newtoniana ha gradualmente spogliato il cielo di ogni suo riferimento al sacro. Di norma, esso può suscitare qualche meraviglia, subito soffocata dalla indiscutibile religione scientifica, che ha acquistato il diritto esclusivo di fornire ogni spiegazione quantitativa circa i fenomeni celesti. Il cielo è ormai disteso sopra di noi come una indifferente tovaglia, dalla quale dipende se potremo uscire nel prossimo ponte. Chi pensa più al significato correlato ai moti del sole? Gli equinozi e solstizi sono celebrati unicamente dagli esoteristi. Gli stessi che, propiziando l’avvento della scienza moderna, hanno indotto a credere i cosiddetti profani che questi passaggi celesti siano avvenimenti esclusivamente astronomici, mentre essi, i presunti iniziati, si sono riservati la facoltà di celebrarli in senso metafisico, per trarne a loro vantaggio gli effetti trascendenti.
Oggi non potrebbero esistere i Re Magi. I quali, osservando nel cielo la comparsa di una stella la interpretarono misticamente. Essi, se formati con la cultura corrente, avrebbero catalogato tale fenomeno secondo gli schemi dell’astronomia moderna, interpretandolo come la comparsa di una supernova, una quasar, un buco nero, o una cometa particolare. Di certo, non come un prodigioso segno celeste connesso alla salvezza dell’umanità. Nessun scienziato moderno, anche se dichiaratamente credente, penserebbe a tale tipo di connessione. Né tantomeno affronterebbe un viaggio rischioso ed assurdo, per andare incontro all’Oggetto della propria fede, segnalato da un incerto presagio celeste.
Il fatidico quarto corno, al quale accennò il profeta Daniele, sembra quindi essere riuscito non solo a determinare la sovversione dell’assetto politico di molti regni. Ma addirittura ad impadronirsi, pitagoricamente ed ermeticamente, del più prezioso “quarto regno”. Il regno mentale. Quello che è proprio di ogni uomo, e che è strettamente connesso con la sua libertà di coscienza. Oggi sempre più insidiata, condizionata e manipolata dai reggitori del mondo, mediante armi e tecniche ideologiche, più penetranti e perniciose di quelle convenzionali. Sono proprio queste invisibili armi che hanno adombrato Dio dalla ragione e dalla scienza, facendoci credere che senza la fisica newtoniana e grazie ad essa, noi abbiamo raggiunto l’attuale grado di benessere tecnologico. Come se le scoperte scientifiche non fossero, nella loro vera essenza, una sapiente combinazione di casualità e di benevola concessione divina.


           [1] C. Bonvecchio, Iniziazione e Tradizione, Mimesis, Milano 2018, p. 128.
           [2] S. L.d’Ascia, Magia e Massoneria, Edizioni Mediterranee, Roma 2019, p. 78.
           [3] E. Innocenti, Inimica Vis, Sacra Fraternitas Aurigam, Roma 1990, p. 12.
            [4] J. Barles, Storia dello scisma massonico inglese del 1717, Edizioni PiZeta, S. Donato (Mi) 2004, p. 9.
[5] Fratello ignoto, L’epopea segreta della Massoneria, Antares Editrice, Palermo 2009, p. 89.
[6] Ivi.
[7] In. E. Innocenti, cit..
[8] Cfr. A. Pellicciari, I Papi e la massoneria, Edizioni Ares, Milano 2007.
[9] Cfr. R. De Mattei, Pio IX e la Rivoluzione italiana, Cantagalli, Siena 2012, p. 24-25.
[10] J. Barles, cit., p. 211.
[11] C. Kright e R. Lomas, La chiave di Hiram, Mondadori, Milano 1997, p. 372.
[12] I manoscritti segreti di Newton, di carattere teologico ed iniziatico, vennero messi all’asta (Sotheby’s) nel 1939 dai suoi eredi. L’economista inglese John Maynard Keynes ne acquistò una buona metà, che lasciò al King’s College di Cambridge. L’altra parte venne acquistata dall’orientalista ebreo Abraham Salomon Ezekiel Yahuda, donata in seguito allo Stato d’Israele, che a sua volta li affidò alla Biblioteca Nazionale di Gerusalemme. Dal 2003, alcuni di questi manoscritti sono stati messi in mostra, ma la gran parte è ancora inedita.
           [13] G. Sermonti, La mela di Adamo e la mela di Newton, Rusconi Editore, Milano 1974, pp. 108-109.
[14] In. D. Roman, Pitagorismo e Massoneria, in “la Lettera”, Ed. Keystone, Torino 2008, 8, p. 48.