martedì 12 marzo 2013

CULTI PRIVATI E MANIE COLLETTIVE




I risvolti della “potenzialità creatrice” dell’uomo sono del tutto particolari, perché investono anche il lato psichico e “sacro”. Creato ad immagine di Dio, posto nel cuore del creato come anello di giuntura fra la dimensione visibile ed invisibile, per riconoscere, servire e celebrare il Creatore a partire dagli elementi visibili, l’uomo è stato investito in diversa misura di poteri esclusivi.
Oltre a poter generare vita biologica, come tutti gli altri esseri viventi, egli è in grado di generare vita anche nel piano spirituale e psichico. Questo potere era noto fin dall’antichità, quando le dimensioni ordinaria e straordinaria non erano così separate come nel tempo moderno.
Le antiche religioni animistiche attraverso la mediazione di sciamani, negromanti, maghi-sacerdoti creavano idoli nel piano astrale adorandoli, attribuendo culto e latria, attraverso l’offerta rituale di sacrifici. Tutto questo rafforzava le “divinità” determinate, ponendole in relazione con i loro celebranti. Maggiori offerte, maggiori vantaggi e potere.
I Celti ad esempio come cacciatori di teste: «decapitavano frequentemente le loro vittime di guerra e offrivano i loro trofei agli dei nei templi o li conservavano nelle loro dimore come beni preziosi. Diodoro Siculo, Livio e Strabone documentano tutti tali pratiche» (M. J. Green, Dizionario di mitologia celtica, Bompiani, Milano 2003, p. 110). In tali cerimoniali, sangue e sesso costituivano gli elementi particolarmente ricercati dai totem che raffiguravano le evanescenti e crudeli entità protettive così idolatrate.
Quando i materialisti dello scorso secolo affermavano che l’uomo ha creato Dio, si riferivano proprio a questo aspetto. Ossia, al potere della mente di creare forme spirituali, le quali costituiscono come dei “vortici astrali” ai quali fanno capo le persone che le hanno determinate e sviluppate attraverso rituali a sfondo sessuale e sadico. Il sesso per attrarre, il sangue per soddisfare.
È noto che le assurdità abbondano, ove la Fede tramonta. E spiegare razionalmente l’irrazionale diventa altrettanto irrazionale. Tuttavia, proprio nella nostra epoca così tecnologicamente avanzata, questi aspetti superstiziosi più arcaici della religiosità pagana sono ritornati alla ribalta e rilanciati sotto vesti accattivanti dalla cultura “esoterica”, sempre più diffusa dai mezzi di comunicazione sociale. Anche in forme bizzarre. Quali il culto della morte.
Possiamo dire con certezza che dalle nostre parti, l’evocazione della morte è in genere ancora accompagnata da una “genuina” superstizione. Gesti scaramantici più o meno palesati. Questo perché la morte ha di per sé un che di crudele e di innaturale. Afferma il libro della Sapienza:
«Dio non ha creato la morte e non gode della rovina dei viventi. Egli ha infatti creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra. La giustizia infatti è immortale. Sì. Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto a immagine della propria natura. Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono» (1,13-15; 2,23-24).

Specialmente nel Centro America, invece, la morte venerata nelle forme della «Santa Muerte». In particolare, a Ciudad Juárez e nella stessa Città del Messico, in mano alla narcomafia, dove negli ultimi anni sono scomparse misteriosamente centinaia di donne, sorgono “chiese” dedicate a questa divinità alquanto disumana. Si dice che la «Santa Muerte» sia la patrona dei narcotrafficanti. I quali la onorano con tanta devozione, per ottenere la grazia dello sterminio dei nemici.
Essa è raffigurata con uno scheletro, con la fatidica falce, rivestito come la Madonna di Guadalupe, apparsa sempre da quelle parti al povero contadino, oggi santo, Juan Diego. Stessa iconografia, stessi paramenti sacri, corone, collane, mantelli di colore diverso a seconda delle “grazie” da ottenere. Stessa lettera iniziale «M» di Mamma, Madonna, Maria (e di mafia, massoneria).
I fedeli portano questa statua in processione, convinti di ottenere vantaggi attraverso la recita del “rosario”, liturgie particolari, “offerte devozionali” davvero di tutti i tipi: teste, mani mozze, corpi martoriati, sangue degli avversari. Si dice che i narcos più “devoti” possiedano altari lussuosi nelle loro ville, ai piedi dei quali depongono con discrezione e riconoscenza i loro “doni”.
Con la punta di orgoglio tipico dell’ignoranza, questa “mania” viene fatta risalire ai popoli Maya ed Atzechi. I quali da quelle parti come si sa celebravano insieme al dio sole, una divinità complementare denominata Mictlantecutli, dominatrice del regno dei morti, il funereo ed infernale Mictlan. Sono noti peraltro i sacrifici umani offerti a tali divinità per secoli e secoli, prima di essere civilizzati dai missionari cattolici.
Comunque, malgrado gli aspetti macabri e violenti, il culto della «Santa Muerte» continua a diffondersi, rafforzando così l’idolo creato, la “sacra eggregora”. Solo in Messico, i fedeli sono più di tre milioni. Ma il numero è in via di espansione, anche perché per molti versi connesso alla cultura nichilista ed all’uso della droga.

I giovani sono le principali vittime di questa contro cultura collegata all’uso della droga. Gli allievi della pedagogia illuministico-massonica, slacciati sempre più dalle linee pedagogiche tradizionali, dall’educazione ed istruzione religiosa che invece costituiva la base delle generazioni passate, nel bene e nel male.
Oggi, senza difese spirituali, senza guide affidabili, tra famiglie dissestate e società decadente, moltitudini di giovani seguono le “mode disgreganti” sottilmente imposte dalla tecnocrazia dei media. Alla luce della moderna libertà etica e sessuale, soltanto nel 2010 in Inghilterra hanno abortito 38269 adolescenti (Avvenire, 20 maggio 2012). Considerando che ogni aborto costituisce innanzitutto un’offesa a Dio, una negatività, un’inversione del flusso naturale sempre proteso verso il pieno sviluppo della vita, si può comprendere lo spessore dell’oscura nube psichica ricopre oggi il nostro mondo, le nostre intimità.
Nuvola determinata a partire dal rinascimento, sostenuta dalle migliori menti che hanno indirizzato storia e cultura, ma che come Salomone sono state soggiogate dagli idoli “stranieri”. Da Cartesio a Newton, Nietzsche, ai “poeti maledetti”, da Breton a Jung, fino alle musiche rock ed ai mega raduni musicali a base di alcool e droghe di vario genere.
Tramontate dunque le ottimistiche utopie proclamate dai circoli rinascimentali che attendevano con entusiasmo una nuova epoca emancipata, aconfessionale e tollerante verso tutte le fedi, si delinea sempre più cosa effettivamente si celava dietro quegli ottimistici proclami: un punto di svolta, un’inversione di marcia, una sorta di “solstizio” etico e religioso. Il ritorno nel passato tenebroso ove dominavano quegli idoli soggiogati per secoli dalla Romanità. Idoli che richiedono un prezzo in cambio del fuoco prometeico che mantiene la società nell’attuale stato di progresso tecnologico condito di caos sociale, di degenerazioni sessuali e violenze dissimulate o palesi.
I vertici abissali infatti non hanno cambiato gusto rispetto ai tempi antichi. Teste mozze, sangue, sadismo sessuale. Segretamente celebrati e rafforzati da ristrette cerchie di moderni cultori, essi agiscono di nuovo sulle masse, sulle grandi quantità, generando intimi bisogni, delusioni, aggressività. Culti privati e manie collettive si addensano così sugli uomini, come una nebbia psichica, fumus satanae, quasi adombrando quel Cristo-Sole, Verità, Via, Vita che nessuna nuvola potrà mai oscurare.