Il mito narra che
Prometeo rubò i semi del fuoco divino e li diede agli uomini, dopo che questi
ne furono privati per punizione da Zeus. Il quale ulteriormente li punì,
inviando loro Pandora, con il famoso vaso che conteneva tutti i mali. Gli
uomini riebbero il fuoco, non disgiunto dal male.
D’altra parte, la
storia sacra attesta il tentativo di Simon mago di acquisire illecitamente i
doni che lo Spirito Santo aveva elargito agli Apostoli e che suscitavano tanta
meraviglia tra i pagani. Molti dei quali infatti riconoscendo l’opera divina in
quegli uomini così modesti si lasciavano attrarre dalla dottrina da essi
predicata, convertendosi a Cristo. Simon mago venne duramente riprovato da San
Pietro perché cercò di acquistare con denaro i doni dello Spirito Santo (At 8,
9). Il suo peccato nei secoli divenne simbolo del tentativo di acquisizione
illecita dei doni di grazia.
La ricerca gnostica
dell’acquisizione della salvezza mediante una conoscenza slacciata dal rapporto
amorevole con Dio riproduce nel tempo la biblica trasgressione dell’uomo circa
il frutto della pianta del bene e del male (Gn 3). Riecheggiò nella storia il
tentativo illecito dell’uomo di risalire fino a Dio.
I popoli arcaici videro
nel sole il dio terreno datore di vita e benessere. Essi riuscirono a produrre ed
utilizzare il fuoco che dall’astro discendeva in senso profano e sacro. Per riscaldarsi,
nutrirsi, difendersi dalle avversità climatiche e dalle bestie selvatiche. E
poiché segno del sole, tenuto acceso sull’altare ove venivano offerti sacrifici
propiziatori.
Da sempre il fuoco è
elemento di potere, forza ed energia immanente. Il sole trasmette il suo calore.
La terra lo immagazzina in forma di energia come residuo dei combustibili
fossili, carbone, petrolio, gas metano. Come variazione di pressione,
formazione di nuvole e del vento. Come irraggiamento solare che consente la
vita biologica.
La natura è
movimento, diceva Aristotele. Ed il movimento è energia, afferma la fisica.
Natura ed energia rappresentano dunque come due categorie collegate. Due facce
diverse di una stessa “entità”. La potenza che si trasforma in atto. Per San Tommaso:
l’Essere che si trasmette per partecipazione dando luogo agli enti naturali e
spirituali. Per gli esoteristi invece: indefinita “energia”, anche intesa come anima mundi, ossia una sorta di Spirito
divino.
Ad esempio, Guglielmo
di Conches, scriveva che: “L’Anima del
mondo è una energia naturale in base alla quale alcune di esse possono
muoversi, altre crescere, altre sentire, altre discernere”. Per poi
affermare: “Ma ci si chiede cosa sia
quell’energia. Ma, a me sembra, quell’energia naturale è lo Spirito Santo,
ossia una divina e benigna armonia che è ciò da cui tutte le cose hanno
l’essere, il muoversi, il crescere, il sentire, il vivere, il giudicare”.
Gli ermetisti di ogni
epoca sostengono l’esistenza di uno spirito sottilissimo, creatore e rettore
del mondo, presente nel grande corpo vivente della natura. La ricerca di questo
spirito universale ed il suo sfruttamento rappresenta il fine primario delle
ricerche alchemiche. La ricerca della pietra filosofale. La realizzazione della
“grande opera”. L’utopia del paradiso in terra.
Da un centinaio
d’anni il mitico fuoco-energia, venerato nelle forme arcaiche di Baal, Horus-Helios e dai pitagorici posto al centro del mondo, è stato
rinvenuto all’interno della materia, in forma di energia nucleare. Ne esplicita
il valore, la famosa formula di equivalenza di Einstein, E = mc2.
La nostra epoca
differisce da quelle del passato essenzialmente perché ha imparato ad
individuare, accumulare e sfruttare il fuoco-energia contenuto nei corpi
materiali. Il mito prometeico ha preso consistenza nell’attuale società, all’interno
della quale sembrano essersi realizzati i sogni ed i proclami di quanti
avviarono la rivoluzione esoterica negli anni rinascimentali. Insieme
all’apertura del vaso di Pandora.
I risultati della
scienza moderna hanno dunque radici arcaiche. Ermetisti, alchimisti, maghi-scienziati
tutti si impegnarono nella ricerca dei segreti della natura e del loro
sfruttamento. La manipolazione dell’etere, inteso come campo energetico di
elevata potenza circolante in tutto l’universo. Essenza dell’anima mundi, fattore che animerebbe ogni
cosa e l’organismo interno del cosmo, inteso come essere vivente, sostenevano
gli esoteristi rinascimentali, mantenendo vivo il fuoco sul quale ribollivano
gli atanor interiori.
«Come il metallo vile viene fatto morire nel crogiolo perché possa
rinascere purificato come metallo perfetto e immortale (l’oro), così
l’alchimista (su un diverso piano) persegue un processo di morte e
purificazione spirituali per riconquistare la perfezione dell’uomo edenico»,
(A. De Pascalis, Il Parmigianino e
l’alchimia, sito Airesis).
La
pretesa trasformazione del metallo in oro, simbolo dell’emancipazione interiore
dell’alchimista, è funzione del fuoco che crea fermento nel crogiolo. Quest’energia
fisica rispecchia quella interiore. Come gli alchimisti trasformavano il
proprio io manipolando gli elementi, dominando e dosando l’energia che serviva
alla fusione dei metalli, così la trasformazione dell’energia contenuta della
materia, l’evoluzione della tecnica, ha prodotto l’emancipazione dell’uomo e
della nostra società rispetto a quella del passato.
Non è avvenuto
soltanto quanto scritto da I. P. Coleanu. Ossia che «L’elettricità, i mezzi di trasporto veloci, la radio e la televisione,
l’aereo e il computer sono state la realizzazione delle promesse che per prima
la magia aveva formulato e che rientravano nell’arsenale dei procedimenti
soprannaturali del mago, come produrre la luce, spostarsi istantaneamente nello
spazio, comunicare con lontane regioni dello spazio, volare nell’aria e
disporre di una memoria infallibile. La tecnologia si può ben dirlo è una magia
democratica che permette a tutti di godere delle facoltà straordinarie di cui
si vantava il mago» (I. P. Culianu,
Eros e magia nel rinascimento, Boringhieri, Torino 2006, p.163).
È avvenuto di più. La
tecnologia infatti ha agito sulle anime di tutti come il fuoco agiva sugli
alchimisti, trasformando il metallo grezzo della loro anima in “altro”. L’uomo
profano in vagheggiato uomo prometeico. Questo perché la scoperta ed
utilizzazione dell’energia fisica, ha risvegliato e scoperto l’energia psichica-erotica.
La quale ha guidato la ricerca scientifica, proprio per giungere attraverso di
essa alla trasformazione dell’uomo religioso in preteso uomo edenico. La
società umana ha quindi optato per i doni della tecnica, adombrando quelli
dello Spirito Santo derivanti dalla vita interiore rappotata a Dio. Salvo
taluni, tutti sono divenuti come elettrico-dipendenti, uomini tecnologici più
che religiosi.
L’energia psichica ha
individuato l’energia fisica, la “ragione” l’ha estratta ed utilizzata
tecnologicamente, imitando i poteri dell’anima. La televisione richiama la
chiaroveggenza, il computer potere della memoria e la fantasia, il telefono la
telepatia, le automobili la telecinesi i viaggi astrali, ecc.
Il fuoco prometeico,
la mela dell’antico serpente, propone dunque una falsa copia dei doni dello
Spirito Santo. L’energia luciferina,
tanto proclamata dalla Blavatzkj, come materializzandosi viene gestita da un
potere surrettizio che se ne è impossessata per guidare e fondere come metalli le
masse, per condizionarle, manipolarle in funzione dei bisogni collegati alle
offerte del “mito tecnologico”.
Il fuoco prometeico,
l’oro astrale, che il sole trasmette insieme alla sua luce visibile costituisce
quell’energia che permea tutto l’universo, è ormai divenuto parte stessa di
noi. Tutto infatti «ne è penetrato nella distesa
dei cieli sulla terra e nelle sue viscere. Noi respiriamo continuamente questo
oro astrale, queste particelle solari penetrano nei nostri corpi e ne esalano
senza posa» (L. de Saint-Didier, Le
Trionphe Hermetique, Paris 1971, p. 164).
Slacciato da se
stesso, posto in uno stato di coscienza superficiale dal turbinio di prodotti
tecnologici, perennemente immerso in un moto che non si risolve, creando
bisogni su bisogni, corse su corse, l’uomo è insomma vittima dell’estrazione e
sfruttamento deviato dello “spirito della natura”, o spirito solare.
La Grande Opera, la
liberazione di Heros, perseguita
dalla ricerca alchemica di ogni tempo è infatti giunta alla dimensione
pubblica. Il fuoco prometeico, l’energia primordiale contenuta all’interno
della materia, la stella fiammeggiante ha risvegliato di riflesso quella sepolta
nelle profondità dell’uomo, nelle sue strutture più istintive ed animalesche.
Lo spirito ribelle, il
Lucifero-energia della Blavatzkj, slacciando la ragione dalla fede,
ribaltandone il rapporto di armonia e coesione, è fuoriuscito dal vaso di
Pandora, ha divelto la copertura ermetica ed è semplicemente debordato nel
cuore degli uomini. Così Heros, potenza
cosmica, psichica e fisica, ha mosso le trame della rivoluzione esoterica ed
erotica che ha sovvertito i valori classici della morale e dell’etica
all’interno dell’individuo e della società.
Si è così definita
un’entropia sociale ed individuale sempre in crescita verso stati di confusione
maggiore, alimentata dall’amor sui,
dall’eros individuale e sociale, dal fuoco interiore inteso come riflesso di
quello erotico-solare. Fuoco che consuma e brucia in ierogamie perverse gran
parte dell’umanità, inconsapevole di alimentare lo stesso fuoco che la disgrega
giorno per giorno.
Tutto questo, in pena
dell’aver trascurato Cristo, vero Fuoco, che arde e non consuma il roveto delle
nostre anime contorte. Fuoco che purifica dai riflessi erotici e depravati
dell’amore carnale, il quale si estende come luce benefica verso tutti,
trascendendo il sé, riflettendo i doni che discendono dall’inesauribile Sorgente.
A tale Fonte d’Amore,
che infiamma chi si accosta, la preghiera riparatrice di Santa Margherita
Alacoque: «Mio Dio Ti offro l’amatissimo
tuo Figlio in ringraziamento dei benefici che ricevo da Te. Te l’offro al posto
di ogni mia domanda, di ogni mia offerta e adorazione, al posto di tutti i miei
propositi. Te l’offro infine come mio Amore e mio Tutto. Ricevi in Lui, Padre,
tutto ciò che da me desideri, perché non ho altri da offrirti che sia degno di
Te, se non Colui che mi dà tanta gioia e tanto amore».